Compodino al Pizzante, ora si faccia sul serio

L’Associazione per un Piano di Magadino a misura d’uomo (APM), quale Associazione capofila nell’allestimento del Memorandum contro l’insediamento dell’impianto di compostaggio della Compodino in zona Pizzante, esprime la massima soddisfazione per la decisione del Gran Consiglio di bocciare la proposta portata avanti dal Dipartimento del Territorio di spostare l’impianto di compostaggio.

Da sempre l’APM ha avversato questa proposta, chiaramente in conflitto con gli obiettivi del Parco del Piano di Magadino e, ancora una volta, a scapito del pregiato e scarso territorio agricolo a disposizione. La Commissione speciale della pianificazione, che ha preavvisato negativamente il progetto, ha così dimostrato coerenza e correttezza, impedendo l’insediamento illegale di un impianto industriale in zona agricola, per di più SAC, ovvero le superfici riservate per la produzione agricola in caso di necessità.

L’APM si augura adesso che l’invito della citata commissione di far sgomberare la Compodino dal sedime in cui si trova attualmente e di ripristinare il sedime a uso agricolo, entro al massimo 5 anni, sia finalmente realtà. Questo anche per risolvere definitivamente l’annoso problema delle puzze nella zona abitativa circostante. Le soluzioni alternative ci sono e ci si chiede per quale ragione si sia perso così tanto tempo per capire di essersi messi in un vicolo cieco dal punto di vista pianificatorio.

Considerato che si tratta di valorizzare, tramite compostaggio ed eventuale metanizzazione, il materiale di provenienza urbana (non agricola), lo si deve fare, come d’altronde fa la Tricomix di Cadenazzo, fuori dal territorio agricolo. Inoltre l’evoluzione della tecnologia del compostaggio industriale permette oggi di realizzare degli impianti di dimensioni ridotte in modo da poter meglio decentralizzare le zone di compostaggio. In effetti non ha senso, né dal punto di vista ecologico né da quello economico, trasportare gli scarti verdi dalla Val Maggia o dalle Terre di Pedemonte sul Piano di Magadino per poi non sapere cosa fare del composto ottenuto, visto che già oggi sul Piano ve n’è in eccedenza.

L’APM si augura che l’intero settore della gestione degli scarti verdi sia rivisto, che si verifichi e valuti l’esperienza fatta in altri Cantoni e che vi sia un maggior coinvolgimento degli operatori già attivi in questo settore.

Memorandum dei contrari al PUC Compodino al Pizzante